Meta termina la collaborazione con i fact-checkers: un campanello d'allarme per l'UE!

Meta termina la collaborazione con i fact-checkers negli Stati Uniti e introduce un nuovo modello di moderazione in cui sono gli utenti stessi a valutare i contenuti. Anticipando l'obbedienza a Trump, ora sta dando ancora più libero sfogo ai molti sviluppi negativi dei social media invece di contenerli con delle regole. Questo dovrebbe essere un altro campanello d'allarme per noi nell'UE! Senza regole basate sull'ordine pubblico e sui principi democratici di base, con meccanismi di controllo adeguati e sanzioni coerenti in caso di violazione, le principali piattaforme digitali rischiano di diventare uno spazio senza legge. Gli algoritmi e l'intelligenza artificiale stanno aggravando il problema.

Nella nostra democrazia, la libertà di opinione è uno dei beni più importanti che deve essere protetto e, se necessario, difeso. Tuttavia, l'incitamento all'odio, la deliberata disinformazione e la diffusione di fake news non rientrano in alcun modo in questo diritto. Rappresentano un abuso di questo diritto e servono come strumento ai nemici della democrazia per influenzare la democrazia e i suoi processi, minare i suoi principi fondamentali e, non da ultimo, dividere la società.

Come UE, dobbiamo ora agire con decisione ed esaurire tutti i mezzi legali per proteggere la nostra democrazia da queste minacce e interferenze straniere. Ho anche cofirmato un'interrogazione scritta alla Commissione europea su questo argomento, in cui chiediamo una dichiarazione chiara sulle notizie di possibili interferenze nelle elezioni parlamentari tedesche da parte di piattaforme come X.

La libertà di espressione deve avere la priorità, ma non a scapito della verità, di un'informazione affidabile e della coesione sociale. Questo rimane il nostro compito, anche in seno alla Commissione Cultura! Abbiamo bisogno di regole chiare che promuovano un discorso rispettoso e basato sui fatti e rafforzino la democrazia in Europa.