Un meccanismo di aggiustamento delle frontiere per la CO2 nell'UE: dialogo con la lobby dei cittadini per la protezione del clima

Per ridurre effettivamente le emissioni di gas serra nell'Unione Europea, non dobbiamo considerare solo la produzione all'interno dell'Europa, ma anche includere i costi ambientali del commercio internazionale con i Paesi terzi. Il modo in cui questi costi ambientali esterni possono essere internalizzati nel calcolo della CO2 europea è stato al centro della discussione tra Manuela Ripa, eurodeputata del Partito Ecologista Democratico (ÖDP) e i rappresentanti della Lobby dei cittadini per la protezione del clima.

Dobbiamo inviare un segnale molto chiaro: È ora che qualcosa cambi. Dobbiamo anche ridurre significativamente le nostre emissioni di CO2 nel commercio internazionale.

Circa il 20% delle emissioni di gas serra nell'UE è attribuibile alle importazioni. La questione è come tenere conto di queste emissioni e quale ruolo può svolgere il sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) dell'UE. Una possibilità per includere le emissioni di gas serra derivanti dal commercio internazionale nella contabilità dei costi ambientali dell'UE sarebbe un meccanismo di aggiustamento delle frontiere per il carbonio (CBAM). Tale meccanismo non solo promuoverebbe una produzione rispettosa del clima nel mercato interno europeo, ma incentiverebbe anche i Paesi terzi ad allineare la loro produzione agli standard climatici europei. "Dobbiamo inviare un segnale molto chiaro: È ora che qualcosa cambi. Dobbiamo ridurre in modo significativo le nostre emissioni di CO2 anche nel commercio internazionale", sottolinea Manuela Ripa.

In questo contesto, è stato anche discusso come il CBAM possa essere un motore per un mercato innovativo e per nuovi posti di lavoro e non significhi necessariamente una perdita di posti di lavoro.

Affinché un eventuale meccanismo di adeguamento alle frontiere per le emissioni di CO2 abbia l'effetto desiderato, deve essere possibile misurare e tracciare correttamente le emissioni di CO2 per le importazioni. A questo proposito stanno emergendo diverse soluzioni digitali che devono essere approfondite.

Manuela Ripa e la Lobby dei cittadini per la protezione del clima intendono mantenere un dialogo serrato su questo tema e su altre questioni energetiche.